martedì 15 novembre 2011

I privilegi della "Casta", un problema secondario


Dall'uscita, nel 2007, del libro "La casta" di Rizzo e Stella, si fa un gran parlare della questione della casta politica, dei suoi privilegi e dei costi ad essa associati. Sono nati su questa questione interi movimenti, di dimensione rilevante, ma di contenuti veramente poveri. Ne ha fatto una propria bandiera il famoso Popolo Viola, ma anche movimenti già esistenti, come l'Italia dei Valori e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Mi pare che questa battaglia sia portata avanti più per populismo spiccio che per convinzione razionale. E' logico che, se sono in cassa integrazione, o precario, o disoccupato, o comunque senza una lira, vedere che questi papponi del Parlamento spendono e spandono i soldi dello Stato, e quindi anche miei, mi fa proprio incazzare. Ma da un punto di vista più razionale, il risparmio che si avrebbe riducendo i privilegi dei parlamentari sarebbe veramente irrisorio rispetto al bilancio dello Stato. Se poi se ne fa una battaglia simbolica, a me sta anche bene. Posto però che questa non diventi la principale battaglia in termini di sforzi e di risalto mediatico. Esistono battaglie ben più importanti in questo momento, ad esempio quella per la redistribuzione del reddito sul medio termine e per delle misure economiche a breve termine che non facciano pagare la crisi ai ceti già in sofferenza e quindi più deboli, come invece la BCE e l'FMI ci chiedono di fare. 

Per questo mi sembra assurdo che, in questo contesto, oggi il direttore de la Stampa, Mario Calabresi, indichi questo come il primo punto del Governo Monti (qualora dovesse vedere la luce).
Parafrasando Crozza che imita Bersani: ragassi, ma siam passi?

2 commenti:

  1. avevo fatto un commentone ma mi si è cancellato :( lo riscriverò appena possibile

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