mercoledì 2 novembre 2011

Ripensiamo l'economia


Dalla caduta del Muro di Berlino in poi, ci siamo sentiti ripetere che il libero mercato è la forma migliore per gestire l'economia e quindi il paradigma "meno Stato più Mercato" deve essere il principio guidante delle azioni dei governi. 
Tutto ciò sulla base di una fitta produzione teorica da parte dei macroeconomisti neoliberisti. 
Date per buone le loro teorie, non si capisce però come questa crisi, dal 2008, sia ancora in corso, e anzi si acuisca di giorno in giorno. Anche loro sembrano non capirci più niente.
Evidentemente, tali teorie non sono infallibili. E soprattutto la realtà non è immutabile. Non esistono calcoli facili ed equazioni deterministiche.
Per decenni chiunque cercasse degli approcci alternativi a quello finanziario, che man mano fagocitava l'economia reale, è stato deriso. 
Ora, molti sembrano rendersi conto dei difetti del sistema capitalistico. Addirittura, qualcuno riesce a cogliere quanto di buono aveva scritto Marx, nella sua analisi economica.
Eppure, i politici che ci governano (sia a livello nazionale che sovranazionale) non fanno che ripetere queste stantie ricette, alle quali nessun esperto può veramente credere. Non più. 
Allora, direi che è il caso di aprire un vero dibattito su quali forme può assumere l'economia nel futuro. Ripensiamo le fondamenta delle teorie che per anni sono state date per buone, insegnate nelle università come verità assolute. 
Finiamola con un dogmatismo cieco che non può far altro che portarci alla catastrofe, se non economica, sicuramente democratica.

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