“Osservazioni su alcuni aspetti della struttura dei partiti politici nei periodi di crisi. La crisi crea situazioni immediate pericolose, perché i diversi strati della popolazione non possiedono la stessa capacità di orientarsi rapidamente e di riorganizzarsi con lo stesso ritmo.
La classe tradizionale dirigente, che ha un numeroso personale addestrato, muta uomini e programmi e riassorbe il controllo che le andava sfuggendo con una celerità maggiore di quanto avvenga nelle classi subalterne; fa magari dei sacrifizi, si espone a un avvenire oscuro con promesse demagogiche, ma mantiene il potere. (…) Il passaggio delle truppe di molti partiti sotto la bandiera di un partito unico rappresenta la fusione di un intero gruppo sociale sotto un’unica direzione ritenuta sola capace di risolvere un problema dominante esistenziale e allontanare un pericolo mortale”.
Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, 1932-1934.
Da Internazionale (18/24 novembre 2011), articolo di Giovanni De Mauro
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