venerdì 14 ottobre 2011

Fiducia nel prossimo



Mentre molti si strappano le vesti per l'ennesima fiducia ottenuta dal Governo Berlusconi IV, voglio dare un messaggio di speranza.
Sono anni, forse decenni (non ricordo molto della Prima Repubblica) che il Parlamento è totalmente slegato dalla realtà della società civile. Questo scollamento, di cui ormai tutti parlano, ha generato quel moto di indignazione che serpeggia tra la popolazione, che si è concretizzato nei vari Movimento5Stelle, Popolo Viola, #bastacasta (movimenti che di Politica, con la P maiuscola, parlano veramente poco).
Vi devo dire che io non ho mai preso a cuore questa questione. Sia ben chiaro, non amo particolarmente i parlamentari e i loro privilegi. Però ritengo questa questione come secondaria, poiché vi è un problema più grande che affligge il nostro Paese. 

La crisi economica che viviamo dal 2008 e le disuguaglianze fra i pochi ricchi e i sempre più numerosi "poveri", coloro che faticano a sostenarsi, mi paiono essere il vero problema. Il resto viene da sé. Le misure anticrisi imposte dalla BCE e dal FMI porteranno la crisi ad acuirsi, spingendo le economia europee, e di riflesso tutti i Paesi del "primo mondo", verso la recessione. Un esempio pratico di quanto affermo si ha già in Grecia.
Non si può affrontare la crisi senza essere capaci di riconoscere che essa è dovuta ad un sistema di regole economico-politiche che, se mai abbiano funzionato, di certo non funzionano piùQueste regole sono quelle che governano tutto il mondo, non solo l'Italia. 
E allora, non ci resta che avere fiducia nel prossimo (cfr. Gesù Cristo). 
Guardandoci in faccia, nei posti di lavoro, nelle università, nelle scuole, per strada, dobbiamo capire che noi persone qualsiasi, abbiamo molto in comune. Solo insieme si può cercare di cambiare veramente il corso degli eventi. 
United we stand, divided we fall.
In questo senso, abbiamo una prima occasione domani, quando ci saranno 791 piazze in 71 Paesi del mondo che manifesteranno per il cambiamento globale (#globalchange). 
La chiamano World Revolution.
A Roma si parte alle 14:00 da Piazza della Repubblica.
Uno degli slogan più famosi del Popolo di Seattle recitava: 
Se non ora, quando? Se non io, chi? Se non qui, dove? 

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