Ricevo e pubblico di nuovo dall'amico Lo Renzo, delle considerazioni sulla democrazia e sul Parlamento che sento mie.
Voglio fare
alcune considerazioni sulla rappresentanza. Premesso che la democrazia diretta,
seppur bella, è impossibile in sistemi grandi come quello di uno Stato
nazionale di milioni di abitanti, si sente sempre più parlare di riduzione dei
parlamentari come panacea di tutti i mali.
Un recente articolo di Stille su repubblica.it si muove su due binari,
riassumibili in due frasi: "Si sa benissimo che la stragrande maggioranza
dei parlamentari italiani non fanno niente" (a parte che "stragrande
maggioranza" è singolare e "fanno" è plurale, ma questo è un
altro problema) e "Negli Stati Uniti c’è un deputato per ogni 646,946
abitanti."
Per essere precisi la zona più sottorappresentata degli Stati Uniti è
lo stato del Montana, 989.415 abitanti al censimento del 2010, con un solo
rappresentate alla House of Representatives (l'equivalente della nostra Camera
dei Deputati). Forse un parlamentare per un milione di persone è un po' troppo
poco. Certo, è infinitamente di più di quanti fossero i parlamentari
liberamente eletti durante il fascismo o durante il regime di Pinochet o
durante il regno del Re Sole, ma non si innesca un meccanismo virtuoso
ragionando al ribasso. Vedere il parlamento come uno spreco da tagliare
significa vedere la democrazia come una spesa inutile.
Collegata a questo argomento c'è l'altra questione, l'idea dell'efficienza
del parlamento. Si dice spesso che il parlamento è troppo lento, è troppo
ingessato ed è troppo numeroso. Sicuramente un Parlamento con un solo membro
sarebbe snello, rapido ed efficiente, ma il senso ultimo della democrazia
rappresentativa è tenere dentro tutti, maggioranze e opposizioni, donne e
uomini, giovani e vecchi, milanesi e tarantini. Il dimezzamento dei
parlamentari significherebbe lasciare fuori ampi settori della società. Gli
sbarramenti sempre più alti che vengono inseriti per correggere i sistemi
elettorali proporzionali sono lesivi dei diritti delle minoranze (e minoranza
non vuol dire solo parlare tedesco in Alto Adige). Lo sbarramento dell'8% in
vigore al Senato Italiano per le liste non coalizzate equivale, ipotizzando
un'affluenza alle urne del 75% , a circa 3 milioni e mezzo di persone,
pari alla popolazione di tutta la città di Roma.
In sostanza, sarebbe bello che molti giornalisti non cavalcassero
l'onda dell'antipolitica al grido di "tutti a casa", e non
giudicassero la rappresentanza democratica con gli stessi strumenti con cui un
dirigente d'azienda giudica le performance dei propri dipendenti. Fermo
restando che la democrazia occidentale affoga ormai nelle sue contraddizioni e
nelle sue criticità. Ma l'uscita autoritaria non è certo quello di cui c'è
bisogno.
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