mercoledì 28 marzo 2012

Sono considerato un estremista


L'altro ieri l'amico Pietro Raffa ha linkato questo blog (lo ringrazio). Un suo collega gli ha chiesto se era marxista, visto che guardando il mio blog ha notato che sono un "estremista" e si è preoccupato che non lo fosse anche Pietro.

Mi fate capire, di grazia, che significa?

Lo so, molta gente adora frasi del tipo: dobbiamo puntare alla crescita, c'è bisogna di un'Italia unita, è giusto salvaguardare gli interessi degli imprenditori, dobbiamo attrarre i capitali esteri.
Molti partiti politici, oserei dire la stragrande maggioranza di quelli presenti in Parlamento, hanno costruito le loro fortune su affermazioni del genere. Alcune di queste affermazioni sono dannatamente qualunquiste, altre sono semplicemente banali, la maggior parte sono ideologicamente false.
Quella che adorate di più è probabilmente: dobbiamo essere moderni, superare i vecchi schemi.
Avete passato la vita a convincerci che le ideologie non esistono più, e che questo è un bene per l'umanità, perché esse erano cattive. E brutte. E sporche. E quando lo dite, in realtà ne avete solo una in testa: il comunismo, avvinti da una sorta di sacro furore da guerra santa. Non sapete bene cos'è. Ma sapete che è quella roba lì: comunismo, marxismo, anarchia, anarco-insurrezionalismo. Gente cattiva che vi vuole male per il solo fatto che voi siete buoni.
Ma poi mi venite a parlare di salari legati alla produttività. Di necessità di flessibilizzare il mercato del lavoro. Di crescita perenne e imperitura; eterna crescita per tutta l'umanità.
Questa cos'è? Non è un'ideologia, avete ragione. 
Un'ideologia è un insieme di principi e valori che portano ad uno schema di azione politica (programma, nel gergo del postideologismo), ragionato e coerente. Questa invece, amici miei, è banalmente una fede. Dogmatica, anche quando le evidenze empiriche dimostrano il contrario. Ci si attende sempre che il Dio Mercato risolva i nostri problemi, se gli dedicheremo abbastanza sacrifici umani. Egli ci farà dono degli investimenti esteri. Da dove dovrebbero venire, non è dato saperlo. Questi investitori sembrano muoversi in un iperuranio, sono distanti e diafani, come degli spiriti. Non si sa neanche perché, discendendo sulla Terra, dovrebbero scegliere l'Italia, visto che esistono decine di "mercati del lavoro" a costo infinitamente più basso e con vincoli ancora minori o addirittura nulli.
Ma comunque avete ragione, il pazzo, l'utopista, l'estremista, sono io.

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