mercoledì 22 febbraio 2012

Cassandrismo


1999
I governi europei concordano per una ristrutturazione ed omogeneizzazione dell'offerta formativa universitaria in Europa. E' l'inizio del famoso "processo di Bologna"

Io ho 15 anni. Mi rendo già conto che il 3+2 è una cazzata. Mi oppongo ed occupo la mia scuola, insieme a tanti altri studenti e studentesse in tutta Italia. Ci viene risposto che, come al solito, non ci va di fare un cazzo. In parte è vero, l'occupazione è anche divertimento. Tuttavia rimane il punto che il 3+2 distruggerà l'università.
La riforma Berlinguer-Zecchino dell'ordinamento universitario passa. Seguono dieci anni di impoverimento dell'offerta formativa e distruzione del sistema universitario, ampiamente riconosciuti da tutti.

2001
Il Governo Berlusconi II, recentemente eletto dal Parlamento, annuncia che la scuola pubblica dovrà funzionare come un'azienda. La riforma Moratti prevede anche la divisione dei percorsi della scuola superiore, in modo che solo chi fa il liceo possa accedere all'università.
Ho 18 anni, sto per prendere la maturità scientifica. Tuttavia, anche questa riforma mi pare una cazzata. La scuola non può funzionare come un'azienda, non avendo come obiettivo primario né un'attività economica né la produzione di qualcosa, merce o servizio che sia. La divisione dei percorsi di istruzione secondaria, poi, riecheggia una cultura classista che speravamo che il Paese avesse definitivamente accantonato negli anni 70.
Partecipo alle proteste contro la riforma. A scuola entriamo in assemblea permanente per un paio di settimane, fino alle vacanze di Natale. Ovviamente ci va anche di divertirci, nondimeno poniamo delle questioni serie. Ovviamente veniamo ignorati.
La riforma Moratti della scuola passa nel 2003. Era una cazzata così evidente che anche il democristiano Prodi la abolisce appena varcata la soglia di Palazzo Chigi. 

2003
Cadute da poco le torri gemelle, gli Stati Uniti ritengono di dover attaccare l'Iraq, dopo aver devastato l'Afghanistan.
20 anni, faccio l'università. 
Siamo milioni questa volta, in tutto il mondo. Occupiamo le piazze, con "civiltà". Ci ignorano. Un mese dopo le manifestazioni partono i bombardamenti. L'Italia partecipa alla guerra con appoggio logistico e con l'occupazione militare una volta caduto Saddam Hussein.
Le atrocità di queste guerre sono sotto gli occhi di tutti. "L'occidente libero" trova sempre nuovi nemici su cui rivolgere l'attenzione. Ultimo, l'Iran.

2003
Il pacchetto Treu ha introdotto nel 1997 le prime forme atipiche di lavoro in Italia. A fronte di una teoria che ne propagandava gli aspetti positivi, si è rivelato un disastro. Il Governo Berlusconi decide di introdurre ancora più contratti atipici, sulla scia di quanto teorizzato da Marco Biagi.
La storia che la flessibilità potrà aiutare noi giovani mi puzza alquanto. Percepisco da subito come la flessibilità in realtà si tradurrà in precarietà, data la natura profittatrice di molti datori di lavoro italiani. La morale pubblica, d'altronde, consente da parecchio tempo di valutare diversamente le azioni compiute da un individuo a seconda che all'atto del compimento esso rappresenti solo se stesso o un'entità economica. Nel secondo caso, l'unica morale che conta è la legge del minor costo (o del maggior profitto, come volete). Propagandiamo le nostre idee, ma colpevolmente faccio troppo poco. Le proteste in tutto il Paese, d'altronde, sono abbastanza morbide e minoritarie. Il fatto che Biagi sia stato ammazzato per via delle sue teorie ne fa un santo, che nessuno ha il coraggio o la voglia di contraddire.
La legge Biagi passa. La precarietà dilaga e diventa un cancro per il Paese e il patto sociale.

2005
Ancora la mitica ministra Moratti decide che ci sono troppi ricercatori nell'università. Allora decide che questi non dovranno esistere più a tempo indeterminato. Crea un percorso per cui a quasi 40 anni un ricercatore non sarà ancora sicuro di poter lavorare stabilmente nell'università. Anzi, dopo 3 anni di dottorato a 1000 euro e 3+3 da ricercatore a tempo determinato, se l'ateneo non avrà i soldi per assumerlo come professore associato, dovrà trovarsi un altro modo di sbarcare il lunario.
Ho 22 anni ed una laurea triennale. La ricerca non è propriamente al centro dei miei pensieri. Riconosco tuttavia che con questa riforma si spoglia l'università del suo ruolo di avanguardia del sapere, sottraendole molte delle sue risorse più giovani e quindi più innovative. Insieme a molti altri, occupo la mia facoltà. Così come fanno molti altri studenti e studentesse in giro per l'Italia.  Il 25 ottobre portiamo addirittura 150.000 persone a manifestare fin sotto il Parlamento, senza l'appoggio di alcuna struttura politica. Non ci ascoltano, anzi ci mostrano il dito medio (on. Santanché) e incitano la polizia a caricarci (on. La Russa). Ad un certo punto, la celere ci carica veramente.
Passa pure questa riforma. L'università continua ad andare a picco e il problema della ricerca precaria e malpagata in Italia viene man mano riconosciuta anche da tutte le istituzioni politiche del Paese.

2008
Inizia la crisi. Il nuovo Governo Berlusconi (IV) pensa bene di tagliare liberamente i fondi qua e là. Con il DDL 133, riduce di molto, tra le altre cose, anche l'FFO
Ho 25 anni. Lavoro da un annetto buono, mentre sperimento su me stesso che significa studiare mentre si lavora (ditelo a Martone). Occupano la mia facoltà, il movimento di protesta si diffonde per l'Italia. Stavolta sembra essere più seguito dalla stampa. Compatibilmente con il lavoro, partecipo attivamente alle proteste. Il Governo tira dritto. Un tale ministro Maroni minaccia anche di far sgomberare le facoltà a colpi di manganello, come fossimo nel 1938.
La 133/08 viene convertita in legge. Risultato: l'università non sa più che pesci piglare per fare quadrare i conti e inizia a tagliare tutti i servizi.

2010
Una pesante riforma dell'università porta la firma del ministro Gelmini. Seguendo sempre lo stesso impianto teorico di 10 anni prima (sic!), si stabilisce che le università devono funzionare come aziende e aprirsi al privato.
Ho 27 anni, ho preso la specialistica da pochi mesi. Lavoro. Non posso più partecipare tanto attivamente alle proteste di quello che è il movimento italiano più grande dai tempi della Pantera (89-90). Il movimento viene ribattezzato "l'Onda", dallo slogan "siamo l'onda che vi travolge". Comunque, sono pienamente d'accordo con le proteste e quando posso scendo in piazza. 
Ad un certo punto sembra anche che si possa vincere. Napolitano accoglie una delegazione degli studenti e sembra dargli ragione. Il Governo, ovviamente, continua a tirare dritto.
La riforma Gelmini passa e fa a pezzi quello che rimane dell'università. Molti atenei dichiarano che in pochi anni non saranno più in grado di pagare gli stipendi. 

2012
Monti è subentrato da poco a Berlusconi, per volere dei "mercati" e degli altri Stati europei (provate a dire che non è così). Dopo aver aumentato la pressione fiscale (IVA, IMU) e ridimensionato brutalmente il diritto alla pensione, il Governo si appresta a toccare l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Molti dicono che questo è strettamente necessario. I sindacati si oppongono flebilmente.
Ormai ho 28 anni, lavoro da 4 e qualcosa. Prima ero stabile, adesso sono precario. Mi piace essere un caso particolare. Sono uno dei giovani che questo governo elogia, quelli non affezionati al posto fisso. Eppure a me questa cosa dell'art.18 non va giù. Mi pare una barbarie. Mi pare un passo indietro di 40 anni, altro che crescita e progresso. Al mio fianco, questa volta non molta gente, forse troppo poca. Complice probabilmente la necessità di un nuovo eroe, identificato in Monti.
La riforma non è ancora avvenuta, ma nelle parole di tutti sembra imminente. Io sono tra quelli che prevedono una spirale recessiva, un ritorno ad un caporalato che degrada e mortifica le vite lavorative di tutti, una falsa soluzione allo straziante problema della precarietà.
Non fosse per le mie esperienze passate, spererei che venissimo ascoltati.
Non fosse per le esperienze passate, spererei di non avere ragione.

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