L'economia è una cosa troppo seria per lasciarla fare agli economisti.
(Pier Peter, alias Antonio Albanese)
lunedì 5 dicembre 2011
Addavenì baffone
Ora, non mi pare il caso di lanciarmi nella disamina su quello che l'URSS è stata veramente e su cosa ha rappresentato per i proletari di tutto il mondo il fatto che, da qualche parte, i padroni avevano perso e gli operai vinto. Non è il momento, e non ho ancora sufficienti elementi al riguardo.
Quello che mi va di sottolineare, come elemento di attualità ma anche di riflessione, è come alle elezioni russe i comunisti abbiano preso il 20%.
Senza voler suonare nostalgico (di un periodo che, tra l'altro, non ho vissuto), ci sono tre questioni che questo avvenimento solleva.
Primo, evidentemente l'URSS è stata dipinta nella storiografia ufficiale peggio di quanto non fosse (un dubbio che mi pongo da tempo). Nel momento di crisi, molta gente guarda con nostalgia a un tempo in cui la libertà era limitata, ma c'erano un po' più di certezze nel futuro.
Secondo, e conseguente, la moderna Russia neoliberista di Putin (e prima di Eltsin) è considerata da alcuni peggiore di quella socialista. Anche gli organismi internazionali iniziano a mostrarne le ombre.
Terzo e più importante, il sistema neoliberista che è uscito vincitore dalla Guerra Fredda mostra ora tutti i suoi limiti e la sua brutalità, alla faccia dei tantissimi, troppi, che continuano a ripeterci come questo sia l'unico e dunque il miglior mondo possibile.
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